mercoledì 17 giugno 2015

Perchè l'immigrazione è un problema di coscienza.

Parlare in questi giorni di immigrazione e dei fenomeni ad essa correlati rischia di accendere tanti animi e di creare contrapposizioni ideologiche rilevanti!
La pressione mediatica, l'irruenza dell'immigrato che s'insinua nelle nostre case dallo schermo della  TV comincia a metterci preoccupazione.
Prima terroristi mescolati agli immigrati, poi ebola e scabbia che rischiano di diffondersi in Italia, poi il rischio dell'arrivo di qualche centinaia di migliaia di sfortunati esseri umani sono i temi più battuti che diffondono i media per alzare l'attenzione su un dibattito che ha riscosso forte presa mediatica nel periodo elettorale.
La realtà del fenomeno immigrazione però è al di fuori dei media mainstream, lontano da chi fa tante chiacchiere, distante da chi fa disinformazione e difende una falsa posizione ideologica legata al consenso popolare!
In Europa ed in particolare nel sud Europa, nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo si sta conformando uno dei più grandi fenomeni migratori degli ultimi decenni se non il più intenso!
Guarnigioni di immigrati fuggono da estremo oriente ed Africa per sottrarsi al giogo di aguzzini violenti e dittatori senza scrupoli che violentano e sfruttano popolazioni intere dimenticate dalla storia, dalla geografia dei popoli e travolte dal polverone di guerre civili senza memoria.
Sono uomini, donne e bambini che fuggono da una insostenibile realtà di odio e violenze che noi occidentali non possiamo razionalizzare, perché dopo decenni di crescita economica e benessere abbiamo sversato nell'oblio la sofferenza ed i ricordi terribili che nostri nonni vissero nella guerra.
Noi cittadini europei dell'ultimo 70ennio non abbiamo ereditato il germe dell'odio infuso dalle guerre passate e non l'abbiamo vissuto direttamente sulla nostra pelle.
Noi non possiamo oggi soppesare cosa significhi vivere in una abitazione senza finestre divelte da bombardamenti ed esplosioni in quei paesi dove la guerra civile entra in ogni casa senza chiederne consenso. 
Non conosciamo cosa si sopporti in abitazioni che hanno perso ogni connotazione che le renda tali, dove nella polvere e tra i calcinacci si fatica a prendere sonno anche di notte, quando da un momento all'altro ogni guerrigliero ubriaco o esaltato potrebbe impossessarsi della tua vita ed utilizzarne il tuo corpo.
Dove ogni ragazzino che volesse giocare a pallone in cortile arrischia alla propria incolumità perché un cecchino lo aspetta dall'alto di un cornicione ricamato da fori di proiettile!
Non sappiamo cosa significhi vivere in un quartiere dove non arriva più elettricità per alimentare alcun tipo di elettrodomestico perché qui hanno perso la dignità di poter avere ogni minima comodità.
Anche avere il privilegio di bere e lavarsi quando ne hai bisogno è limitato sempre dal volere di qualcun altro che bombarda il tuo quartiere per averne un momentaneo controllo materiale.
Ogni giorno in queste città perdute nell'odio, per chi vi rimane può essere l'ultimo giorno accanto a mogli, mariti e figli.
Ogni donna che si accinge avventurandosi ad una fonte d'acqua per procurarsi da bere e spegnere la sete dei propri figli, sa che dovrà farlo col rischio di incontrare quegli aguzzini che la violenteranno senza che alcuno possa intervenire in loro soccorso!
Qui il costo della vita è quasi nullo, perdere una vita umana o una manciata di proiettili ha egual valore, un kalashnikow rende molto di più di un uomo senza futuro.
Questa realtà sconcertante che si vive in Siria, in Libia, ed in molti alti paesi non permette che si possano fare scelte diverse dall'abbandono della propria terra.
Non c'è alternativa, il sacrificio è inumano, caricarsi figli e qualche minimo bagaglio per attraversare paesi e nazioni per fuggire dalla cruda barbarie alimentata da guerre civili ed interreligiose.
Da questi paesi che alimentano il processo immigratorio di questi giorni, fucina di odio e violenza senza fine, si alimenta la processione di esseri umani che affronta l'incosciente traversata del Mar Mediterraneo alla ricerca di una via di uscita dagli orrori mettendo in conto di mettere a repentaglio la propria esistenza e di inconsapevoli giovani creature.
La loro unica scelta possibile è quella di arrivare nelle mani di corrotti trafficanti di uomini che per un bel gruzzolo di denaro soddisfa la loro volontà e far fare loro un salto nell'aldila' del mar Mediterraneo.
E' il viaggio della vita, forse l'ultimo o forse per i più fortunati si apriranno le porte di un mondo dove almeno la vita è un valore aggiunto.
Questo nel 2015 è realtà, dove Italia ed altre nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, sono per costoro terre di liberazione e di speranza per un futuro distante dalle atrocità indimenticate ed indimenticabili.
Allora vedere arrivare sulla nostra terra gente da così lontano deve farci fare una riflessione e ripensare su cosa sia l'accoglienza.
Solo una domanda vorrei farvi, affrontereste domani la traversata del Mediterraneo con i vostri figli in un barcone zeppo di sconosciuti? Forse non lo fareste per niente al mondo o almeno non lo fareste finché non avrete conosciuto i frutti dell'odio e della guerra sulla vostra pelle. Ma questa è una eredità a noi sconosciuta e mi auguro che non rimanga mai nel mio DNA.




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