martedì 26 gennaio 2010

Morto e defunto il confronto del 'Politically correct'


Ogni italiano si sarà accorto come negli ultimi anni la politica ha cambiato il proprio registro nel rapportarsi con il proprio antagonista.



Gruppi di potere, partiti o schieramenti politici hanno rivisto completamente la metodologia dello scambio di opinioni nei confronti del gruppo politico con il quale ci si contrappone o verso il rappresentante politico con il quale ci si appresta ad affrontare una campagna elettorale.

Qualche tempo fa la politica astuta che si atteneva ancora ad un modus operandi democratico e civile, si apprestava ad affrontare l’avversario con un confronto ideologico basato sulle proposte programmatiche del partito politico di appartenenza.

In questi confronti si mettevano le carte in tavola con le proposte che diventate opportunità avrebbero alimentato la vita del paese da lì in avanti.

Chi sapeva proporre il ‘meglio’, le proposte più ‘appetitose’ per il popolo o quello che risultava essere indispensabile al paese in quel momento, avrebbe vinto quella partita al tavolino del dialogo, senza mietere vittime sacrificali che non avrebbero giovato a nessuno, tantomeno al paese.

Oggi tutto questo non c’è più, la parola ‘confonto’ è stata dimenticata, anzi direi questa parola è morta nell’agenda della politica.

L’avversario politico è diventato un ‘nemico’ da eliminare con qualsiasi mezzo.

Oggi si demolisce l’avversario politico con la diffamazione, una foto, un video e la sua fama ed il suo buon nome vengono infangati per sempre verso l’opinione pubblica a volte affamata di gossip.

Succede a destra ed a sinistra le armi della politica hanno trovato una nuova via breve ed efficace, portare alla luce uno ‘scandalo’ che sarebbe potuto passare inosservato, denigrare l’oppositore ideologico su un campo che non ha nulla a che fare con la politica.

Non si è capaci più di affrontarsi sugli argomenti e sugli atteggiamenti politically correct come si faceva un tempo.

A decidere del futuro dei nostri politicanti ora sono i ‘comitati politici di redazione’, dietro le scrivanie di quotidiani o delle testate di gossip come il settimanale ‘Chi’ o ‘Il giornale’, per mano di un Signorini o di un Feltri si decidono di mandare alla gogna i Sircana, i Marrazzo, le Mussolini o i Boffo.

Altro lato sconcertante sta nel fatto che foto o filmati che arrivano sui tavoli di queste redazioni per mano dei Corona e c. sono sottoposte al vaglio dei patron (vedasi Berlusconi nel caso Marrazzo) che stabiliscono chi condannare e chi salvaguardare. In quest’ultimo caso le prove del ‘reato’ magicamente scompaiono dalla circolazione per un personaggio da proteggere ed il politico di turno è salvo.

Ora ci si sta avvicinando sempre di più al confronto elettorale di marzo delle regionali ed i comitati elettorali ufficiali e quelli nascosti nel retrobottega di qualche redazione sono all’opera ed in pieno fervore.

In molti cercano di costruire una coalizione o cercano un rappresentante politico, qualcun altro sotto mandato imposto dall’alto con losca e disarmante tenacia, cerca prove indirizzate alla demolizione del candidato di turno.

Che sia Bonino, Bresso, Vendola o Boccia, Zaia, qualsiasi candidato in questo momento sa di esser sotto il tiro di trincea che la politica del nuovo millennio ha messo in campo, pur di evitar il confronto diretto del corpo a corpo che troppo spesso ha messo in evidenza personaggi politici di valore a discapito di politici inconsistenti andati avanti per ‘raccomandazione’.

Prepariamoci a vederne di belle perchè il 27 Marzo 2010 non è molto lontano.
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