venerdì 21 dicembre 2012

Lettera al presidente del PD



On.Rosy Bindi

Caro onorevole Bindi,

da giorni o settimane seguo la sua vicenda in merito alla sua legittima facoltà di continuare a presiedere all’interno del PD la sua posizione di presidente di partito e proseguendo nel detenere la sua posizione di dirigente di partito con ruoli di primo ordine.

Vorrei però ripercorrere alcuni passi della sua lunga carriera politica per arrivare a decifrare ed esternare un mio pensiero relativo alla situazione che oggi il PD deve scontare nel confronto con i suoi elettori anche dopo la riscoperta nel 2007 delle elezioni primarie che li vede artefici della proclamazione del proprio leader, ma non della propria classe dirigente.

Partirei con il mio pensiero, riconoscendele il merito per alcune scelte fatte nel passato, sin da quando Lei iniziò il suo percorso di crescita come non fatto da molti altri dirigenti politici e cioè promuovendosi nella cosiddetta gavetta politica e muovendo i primi passi all’interno del suo partito d’allora che fu la DC, già a partire dalla fine degli anni ’80, incasellando in successione molti tasselli nel suo percorso di lievitazione politica scolpiti negli anni in schieramenti politici come Partito popolare, la Margherita, l’Ulivo, per arrivare nel 2008 alla adesione per il PD di Veltroni.

Il PD dalla sua nascita ad oggi ha attraversato un lungo periodo di traversie, che dalla sconfitta politica del 2008 fino ad oggi è vissuto in un conflitto interno perenne alla ricerca di una identità politica per il quale ha cercato in questi ultimi quattro anni di fare alleanze politiche estreme (ricordiamo Radicali, IDV,SEL etc) indirizzate più alla ricerca del consenso vasto, piuttosto che alla determinazione di un quadro ben definito di idee e progetti condivisi da tutto il partito e pensati per il futuro del paese .

Questo stato di passionaria debolezza del PD troppe volte è scaturito agli occhi di noi osservatori, mostrando il partito diviso di fronte a scelte politiche importanti, facendosi trainare dagli eventi sull’onda dello stato di deriva di un paese in crisi economica e guidato da una scellerata maggioranza politica fino al 2011, successivamente appoggiando un Governo di intransigenti professori imposto dall’Europa, per arrivare oggi alla resa dei conti di fronte ai propri elettori che nel Febbraio 2013 dovranno determinarne la rinnovata fiducia.

Purtroppo però la società civile e l’intero corpo degli elettori che dovranno arrivare al voto nel 2013, vogliono vedere già da ora la svolta nella volontà concreta del Partito Democratico di dare un volto nuovo al Paese, di chiudere con il passato, con la vecchia abitudine di questa classe dirigente italiana di combattere l’avversario pubblicamente e tesserne rapporti stretti ed intensi nei meandri nascosti dei salotti, di chiedere sacrifici profondi agli italiani e seguire percorsi ingenerosi di ricerca di risorse per utilizzi ‘non certificati’, come fatto con i rimborsi elettorali a cui ancor oggi non si vuol rinunciare completamente, come richiesto dal quel popolo che dovrebbe essere Sovrano!

Allora sulla base di quanto da me espresso le chiedo di fare un passo indietro e rinunciare alla sua deroga ad entrare in quel 3% di condonati, il paese è reo di aver dato fiducia troppo spesso ad una classe dirigente impettita ed fagocitata dal proprio Ego, ma adesso non vuole più rischiare di fare un salto nel passato, ha bisogno di segni importanti di cambiamento e rinnovamento che esternino la volontà di quella parte della classe dirigente ancora buona per la quale quella dose di intelligenza politica riesce all’occorrenza ad oltrepassare barriere personalistiche e di privatistico interesse.

Questo è quello che il paese intero chiede a Lei ed a tutti quelli come Lei che potrebbero continuare a svolgere ruoli importanti di consultazione nel Partito Democratico, a questo punto sarebbe questa la vera svolta del partito con un vero cambio di mentalità, incidendo sul testamento del PD che la  storia non la fanno le parole ma le azioni dei veri uomini politici.

Paolo Praolini

sabato 6 ottobre 2012

Politici incapaci

E' da troppo tempo che questa classe politica di geronti, introdotta molti anni fa nei Palazzi romani del potere continua a disattendere le necessità del nostro paese e le richieste di gran parte del popolo italiano.
Da troppo tempo continuano incalliti a presenziare più o meno assiduamente l'attività politica di un parlamento che si è dovuto genuflettere al Governo Monti per incapacità, per avere leso continuativamente le volontà degli italiani e soprattutto per l'incapacità di raggiungere quegli obiettivi che potrebbero dare al paese una nuova prospettiva.
Da anni si cerca di far capire a costoro che è prioritario riconsegnare ai cittadini l'opportunità di scegliere i candidati che li rappresenteranno, cancellando una volta per tutte l'indigesta assunzione in carica per chiamata imposta dall'alto, atteggiamento antidemocratico per eccellenza.
Ma gli italiani si sono fatti infinocchiare con il 'Porcellum' madre di gran parte dei mali dell'Italia, dove a condurre le redini gli eletti e 'prediletti' hanno munto il paese fino a portarlo sull'orlo del baratro. 
Il popolo degli eletti dall'alto, purttroppo non ha superato alcun tipo di selezione, non ha capacità di alcun tipo, non ha valori e soprattutto non deve rendere conto ad un pubblico di elettori che involotariamente non li ha scelti.
Gente assurta a ruoli importanti ed istituzionali che dovrebbe lavorare per tutti noi 7 giorni su 7, dovrebbe impegnarsi a trovare soluzioni per la crescita e lo sviluppo, che dovrebbe avere attenzione alle risorse ed ai denari che gli passano per mano perchè non sono spendibili per il privato utilizzo, così non è stato.
Costoro continuano a disattendere le richieste per una Riforma elettorale che ripristini il diritto democratico del cittadino di determinare la scelta della sua preferenza!
Ancora continuano a disattendere l'affannosa richiesta di riformare tutto l'apparato dello Stato intriso di inefficienza e burocrazia, che svuoterebbe l'intasata ampolla dei privilegi.
Il paese continua a richiedere di riformare tutto l'impianto della Giustizia con una riforma amplia ed articolata che una volta per tutte risolva i problemi dei palazzi di Giustizia e le lungaggini dei processi, ma si continua a far chiacchiere nei palazzi senza snocciolare questo problema annoso e bloccante per la crescita e lo sviluppo.
Li sentiamo con piglio ardimentoso presenziare il palco mediatico della TV argomentando da anni belle parole sulle riforme, barricandosi dietro al nulla, ma concretizzando una profonda forma di incapacità ad assolvere al ruolo della politica e nella conduzione della nazione.
Ci rendiamo conto solo ora che una classe politica 'incapace', così la definirei, è riuscita a sopire tutte le aspirazioni di una grande paese che nella storia passata ha insegnato all'intero mondo la civiltà, l'arte e la cultura.
E' ora della svolta, è giunto il momento di far sentire a costoro che noi non ci stiamo più ad assecondare i loro privilegi ed interessi, è nostro l'auspicio di ritrovare un rapporto vero con  quella politica seria ed autorevole, capace di ridare lustro al paese e capace di demolire il sensi di 'antipolitica' che pervadono il comune cittadino demolendolo.


 

lunedì 7 maggio 2012

Elezioni: occasione per eliminare sprechi!

In merito agli sprechi di cui tanto si parla vorrei dire la mia e capire perché dobbiamo accettare ancora che una tornata elettorale si debba svolgere con 2 giorni di apertura dei seggi ai votanti quando in questo week end tutto il resto d'Europa ha aperto le urne per un solo giorno, tempo più che sufficiente per dare agli elettori la possibilità di esprimere il proprio parere! Con questo potremmo far risparmiare lo Stato e le famiglie che devono mettere in molti casi baby Sitter o pagare asili nido per tenere i bimbi a casa in quanto le scuole sono chiuse per tenere attivi i seggi elettorali invadenti! Inoltre potremmo ulteriormente risparmiare di dare soldi a quegli scrutatori che già percepiscono uno stipendio e che prendono permessi dal lavoro per andare per 3/4 giorni ai seggi elettorali! Questo non e' un doppio incarico 'abusivo' con doppia retribuzione? Mentre manterrei il riconoscimento economico solo per i disoccupati! Nessuno potrà convincerci sulla necessita' di tenere i seggi aperti 2 giorni! Qual'e il vs parere? di Paolo Praolini

domenica 15 aprile 2012

La spesa improduttiva dello Stato.

In un periodo come quello che stiamo attraversando economisti e professori delle materie economiche sviscerano dalle loro meningi teorie e postulati che possano indirizzare l’economia del paese ad imboccare una direzione nuova per allontanarsi dalla crisi. I cervelli più raffinati incaricati da istituzioni e governo si rendono operosi per il recupero di risorse, ma debbono dimenarsi tra beghe della politica, pressioni delle lobbies e delle caste, proponendo riforme più dolorose che efficaci, ma non possono comunque farsi trovare impreparati e disattenti rispetto ai problemi del paese. Purtroppo però per tutti e soprattutto per l’Italia nessuno ha ricette risolutive con garanzia di riuscita per dare l’arrembaggio e saltare sulla nave della stabilità e della crescita. E’ certo che questo periodo di difficoltà sta cambiando il mondo, lascerà segni indelebili e probabilmente costringerà molte nazioni a rivedere gli archetipi macroeconomici del proprio status. Ma oggi il problema più grande è far ripartire una economia ormai ferma, anzi come confermato dalle autorita' preposte, ormai siamo dentro ad un periodo di recessione, ciò significa che l’economia indietreggia, il nostro sistema economico che crea ricchezza per il paese sta tornando indietro, cioè produce meno ricchezza degli anni precedenti. Le industrie, il lavoro in genere, i servizi (ndr ‘Input dell’economia’) che portano ricchezza al paese si stanno contraendo, le aziende lavorano e guadagnano meno, i servizi lavorano meno, il lavoro sta diminuendo da nord a sud con perdita in generale di introiti per gli italiani e di conseguenza per le entrate dello Stato. A peggiorare la situazione economica e’ avvenuto recentemente che gli italiani sono stati caricati di ogni tipo di tassazione (incremento iva, Imu, aumento addizionali comunali e regionali, accise, etc.) indirizzata al recupero di risorse per portare in breve tempo le casse dello Stato al pareggio di bilancio, cioè dovremo far si che se le spese per il sostentamento dello Stato sono pari a 100 (ndr numero simbolico) anche le entrate devono essere 100 in tal modo da mantenere un equilibrio di cassa, in parole povere tanto esce dalle tasche tanto deve entrare, altrimenti non faremo che incrementare il debito pubblico, fardello in crescita continua. Continuando questa analisi ricordo che tutte le risorse che sono le cosiddette entrate dello Stato dovrebbero servire a pagare le spese fisse (stipendi dei lavoratori pubblici, strutture pubbliche, ministeri , ammortizzatori sociali, etc.) ma dovrebbero anche finanziare gli investimenti pubblici per le infrastrutture, la ricerca, stimoli alla crescita ed allo sviluppo. Purtroppo così non è, ci troviamo nella fase in cui tutte le entrate dello Stato essendo drasticamente diminuite con l’avvento della crisi, sono state indirizzate ed assorbite totalmente dalle spese ‘fisse’ nonostante in molti settori come Sicurezza ed Istruzione si siano programmati drastici tagli alla spesa. Questo ha comportato che per la crescita, le infrastrutture e lo sviluppo non ci siano più soldi da investire. Negli ultimi anni nonostante le tante buone intenzioni e proposte caldeggiate da politica ed istituzioni non si sono mai trovate soluzioni concrete per ridurre le uscite dello Stato, soprattutto nell’ottica di tagliare la spesa cosiddetta ‘improduttiva’, cioè quelle spese che non portano alcun beneficio per la comunità. Quindi è giunto il momento di parlare chiaro al paese e intraprendere la strada dura ma determinante per il recupero delle risorse che dovranno alimentare la ripresa della crescita economica , la salvaguardia del welfare e l’unica soluzione percorribile è eliminare o ridurre la spesa improduttiva. Ma la spesa improduttiva è di grande entita' in termini economici, così come è frastagliato il suo dispendio in molti comparti della struttura dello Stato, pertanto il suo recupero puo' risultare arduo ma imprescindibile da politiche per la crescita. Ora potremmo citare centinaia di esempi di sprechi e dilapidazione di denaro pubblico, di cui le risorse sottratte per mazzette indirizzate a corrompere personaggi influenti della politica e delle istituzioni e' una voce importante, questo e' quello che stiamo vedendo con l'avvento di procedimenti giuridici ed indagini in atto sulle attivita' fraudolente di importanti aziende di Stato. Poi troviamo le improduttive provincie con tutti i propri amministratori ben pagati che assolvono funzioni derogabili a regioni e comuni. Abbiamo le famose aziende municipalizzate in gran parte cresciute per dare lavoro ad amici e parenti di politici ed amministratori subordinate ad ospitare poltrone per politici trombati, con bilanci costantemente in rosso e servizi distribuiti in molti casi di livello scadente ed inefficiente. Vorrei ricordare che funzionalmente i comuni potrebbero assolvere in pieno ai ruoli delle aziende municipalizzate. Anche nella sanità troviamo una voce importante della spesa improduttiva, generata da investimenti sbagliati come attrezzature acquistate a prezzi maggiorati per compiacere qualcuno o apparecchiature di alta tecnologia che vengono tenute ferme ad invecchiare per mancanza di personale specializzato ad utilizzarla. Troviamo nell'assunzione di personale casi eclatanti dove si duplicano i reparti per assumere due primari aderenti a gruppi politici avversi. Troviamo poi interi reparti ed interi ospedali costruiti a spese nostre e mai inaugurati, lasciati in abbandono. Altro esempio istituzionale di spesa improduttiva l'abbiamo dai nostri parlamentari, dove in mille ben stipendiati uomini assolvono al compito legislativo che potrebbe essere svolto dalla meta' di politici, ma questo non risolverebbe certo i problemi economici del paese ma darebbe esempio di redenzione delle istituzioni. Poi ci sono le auto blu in sovrannumero, le scorte di dubbia necessita' a personaggi della politica, uffici e personale dipendente di ex presidenti ed ex ex ex, insomma paghiamo sempre noi. Troviamo anche centinaia di istituzioni ed associazioni , come comunità montane che assoldano presidenti e strutture per adempiere a servizi che in realtà non danno servizi o benefici alla intera comunità ma permettono agli uomini che la presiedono di mantenere uno stato di controllo sull'elettorato locale. Società come la Rai troppo spesso soggiogate alle pressioni della politica generano spesa improduttiva dissolvendo denaro pubblico per trasmissioni televisive di scarso contenuto che determinando una caduta dell' audience giungono alla chiusura della trasmissione. Ma di queste situazioni di dissolvimento di denaro pubblico potremmo riempire pagine e pagine di articoli, senza magari farle emergere tutte in superficie. Ma e' molto grave che l'opinione pubblica si sia assuefatta a questo stato di cose dove viene perpetuato il danneggiamento dell'interesse pubblico. Per concludere, l'ultima chance di rinascita per il nostro paese e cogliere l'opportunita' per ridare lustro ad una politica senza piu' credito e' mettere mano all'eradicazione degli esosi sprechi recuperando soldoni per ridurre le tasse, ridare ossigeno ai salari e programmare nuovi progetti di crescita e sviluppo! Adesso non c'e' più tempo da perdere e l'opinione pubblica lo sa, ma il prestigioso ministro Passera oggi se ne esce con "Non c'è un'ideona per far ripartire la crescita"! Di Paolo Praolini
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