sabato 6 febbraio 2010

La candidatura in Campania di De Magistris


In queste ultime ore in molti, da più fronti e attraverso strumenti di comunicazione diversi, mi chiedono un atto di coraggio e di responsabilità: partecipare alla corsa elettorale per la regione Campania. E' un attestato di stima e di fiducia che quasi mi crea imbarazzo, per via di quel sentimento di affetto che sento presente in questa richiesta. Una richiesta che sono costretto, con sofferenza, a declinare, proprio per il coraggio e la responsabilità che essa chiama in causa. Dico con sofferenza perché la Campania è una terra che amo, essendo la mia terra. Una regione difficile ma feconda, in cui il permanere di una politica paludata, fatta di collusione e connivenze trasversali, non ha azzerato la voglia di cambiamento politico della sua popolazione. I clan che comprimono l'economia e determinano la spesa pubblica delle amministrazioni, ma anche Saviano e la lotta a o'sistema. La disoccupazione e la mala-occupazione frutto del baratto infame fra ragioni elettorali e interessi personali, ma anche il sacrificio dei giovani nell'inventarsi un'alternativa e un futuro. Perciò merita una nuova classe dirigente, coraggiosa e responsabile appunto, che risponda al desiderio di rinnovamento e discontinuità. Sarebbe allora una prova di coraggio e responsabilità lasciare l'incarico di presidente della Commissione bilancio e il ruolo rivestito nel Parlamento europeo, a cui sono stato delegato grazie al voto di quasi 500mila elettori? Cosa ci sarebbe di coraggioso e responsabile nell'abbandonare una carica che ho promesso di svolgere al meglio davanti ai cittadini? Sarebbe nuova e sarebbe giusta una scelta di questo tipo, che vedrebbe riaffermata la solita vecchia pratica, così offensiva per la comunità, di chi chiede consenso per un impegno e poi tradisce questa promessa per imbarcarsi in un'altra avventura politica? C'è bisogno di trasparenza e onestà in Campania, creare un'amministrazione che faccia di questi aggettivi il senso della sua missione, rompendo con la tradizione della co-gestione clientelare del potere, con i pacchettari di voti che determinano la dirigenza, con l'intreccio di crimine e affari nella cosa pubblica. Ma per affrontare questa sfida, mi chiedo, posso scegliere di passare per il "voltafaccia" del mandato popolare, che ho ricevuto da chi mi ha votato come parlamentare europeo? Posso disattendere gli obblighi della Commissione per il controllo del bilancio, a cui credo come occasione per ristabilire un corretto utilizzo del denaro pubblico? Posso venir meno all'obiettivo di rendere europea la lotta alle mafie, alla loro infiltrazione istituzionale, al loro sfruttamento parassitario dell'economia e delle istituzioni? Credo di no, credo di non poterlo fare. Da politico sento di dover dimostrare credibilità e correttezza nei confronti dell'elettorato. Per la Campania continuerò ad impegnarmi, come sto facendo dall'Europa e in Europa, che non è affatto un esilio dorato, come molti detrattori sostengono, ma uno spazio politico in cui è possibile combattere per il futuro del proprio Paese. Lotto con il popolo in movimento in Italia. E il mio Paese, per me, è anche e soprattutto la Campania. Dal suo riscatto infatti, come da quello di tutto il Sud, dipende il destino di un'intera nazione.

Di Luigi De Magistris dal suo blog www.luigidemagistris.it

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