
Ieri l’Istat ha diffuso un altro dato definitivo molto negativo sulla produzione industriale italiana di dicembre 2009 a conferma dello stato della nostra economia e delle imprese che ne reggono l’impalcatura.
La diminuzione della produzione industriale a dicembre 2009 rispetto al mese di novembre 2009 ha riportato una rallentamento del –0,7%.
Ancora più preoccupante è la riduzione media annua della produzione industriale del 2009 rispetto all’anno 2008, che si è contratta del –17,5%, pur avendo il 2009 254 gg lavorativi contro i 253 gg lavorativi del 2008.
Nel 2008 si era già consuntivata una diminuzione media annua della produzione industriale del –3,1%, che non faceva presagire un tracollo di queste dimensioni nell’anno successivo.
Ora i principali settori dell’industria che in Italia si trovano in queste difficoltà chiedono i sostegni dello stato già concessi alla Fiat nell’anno trascorso avendo riconosciutogli un privilegio per pochi.
Quest’anno è la volta di elettrodomestici e quant’altro che potranno usufruire degli incentivi all’acquisto, ma qui analizzeremo la metodologia proposta dal Governo.
Il 2010 quindi partirà sotto i peggiori auspici, visto che questo Governo ad oggi non ha mosso alcun passo verso il sostegno alle grandi, piccole e medie imprese in difficoltà, non riconoscendo alcun vantaggio fiscale o maggior sostegno allo sviluppo, negando anche il monitoraggio sulle banche che stringono la morsa nella concessione del credito.
Sotto queste prospettive il paese come potrà riprendere il volano della crescita e dello sviluppo?
Probabilmente dopo la fuga di molte imprese all’estero, si sta concretizzando un impoverimento del tessuto industriale italiano con riflesso diretto sull’economia del paese e delle famiglie italiane, in tal modo si dovrà rivedere a 360° il modello della nostra società, da industriale a post-globalizzazione.
Se così non fosse e ce lo auguriamo, ci aspettiamo da parte del Governo un intervento di chiarificazione sullo stato dell’industria e degli interventi che prevede avviare in quanto oggi sembra che nessuno da Palazzo Chigi abbia menzionato questo dato economico piuttosto importante e illuminante sullo stato di depressione del principale settore economico del paese.
Articolo di Paolo Praolini da Agoravox Italia