Con il decreto per la programmazione economica e finanziaria 2010-2013 il Governo prevede la reintroduzione dello scudo fiscale nel nostro paese, inserendolo nella manovra di bilancio per l’anno 2010.
Per molti di noi cittadini però questa parola, ’Scudo fiscale’, risulta alquanto sconosciuta, non tanto per il significato intrinseco del termine, ma per l’utilizzo o la mera applicazione di questo strumento nella vita di un comune cittadino di cui non conosciamo applicazione, almeno per i più.
In realtà questo complesso strumento fiscale per il suo vasto campo di applicazione, risulta essere di limitato utilizzo per il comune cittadino a meno che non abbia patrimoni detenuti illegalmente all’estero.
Quale scopo si prefigge questo strumento fiscale?
L’articolo di legge che prevede l’introduzione di questa norma, garantisce a coloro residenti in Italia che abbiano detenuto capitali, attività finanziarie e patrimoniali all’estero ’illecitamente’, l’istituzione di una imposta straordinaria di regolarizzazione.
Per dirla in parole povere una specie di sanatoria una tantum.
Sarà applicata una aliquota complessiva del 5% sulle rendite di patrimoni che fino al 31 Dicembre 2008 risultavano giacenti fuori dall’Italia, condizione sine qua non è il rimpatrio di questi e la effettiva regolarizzazione secondo questo decreto.
Quindi a partire dal 15 Settembre 2009 al 15 Aprile 2010 si potrà mettere in regola quanto detenuto all’estero e fino ad oggi al riparo della scure fiscale dello Stato, il quale nelle ultime settimane comincia ad accusare i segni della crisi, con una riduzione delle entrate.
Come dichiarato dal nostro ministro dell’Economia Tremonti lo scopo ufficiale di questa manovra è rintuzzare qualche gruzzoletto per ridare respiro alle casse statali stanando qualche capitale detenuto nei famosi ’Paradisi fiscali’ da società o personaggi facoltosi ’integerrimi’.
Andiamo quindi a vedere quanto preveda il Governo che possa rientrare da questa tanto pubblicizzata manovra, quindi quale gettito è stato inserito nelle entrate dell’erario per l’anno 2010.
Incredibile ma vero, la previsione di bilancio per lo scudo fiscale è l’entrata di 1 Euro.
Questo si che è parlare, e ciò rivela elevate capacità di programmazione economica del ministero, ma nella relazione si riportano tali motivazioni che giustificano questa scelta.
’Per quanto riguarda le valutazioni sul gettito, non si ascrivono per ora effetti finanziari se non nella misura simbolica di 1 euro ’per sola memoria’ per le seguenti considerazioni: assoluta imprevedibilità del numero dei soggetti interessati che potrebbero aderire all’iniziativa e conseguentemente della quota delle attività finanziarie e patrimoniali oggetto di rimpatrio e regolarizzazione; indeterminabilità della effettiva distribuzione temporale dell’eventuale gettito tra l’anno 2009 e l’anno 2010’.
Per coloro che si affidano all’applicazione di queste norme per il rimpatrio dei loro patrimoni succeduto dalla regolarizzazione del pagamento d’imposta, sarà garantito inoltre l’anonimato ed escluso ogni accertamento da organi competenti sulle attività patrimoniali anche se di provenienza illecita.
Pertanto l’emersione di questi casi non potrà costituire elemento utilizzabile in altri dibattimenti giudiziari o amministrativi, garantendo uno scudo anche da questo fronte per il malversatore pentito.
Voglio sottolineare in aggiunta a quanto sopra riportato che nello scudo fiscale messo in atto da Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna non era previsto il mantenimento dell’anonimato al fine di far emergere i responsabili della frode ai danni dello Stato.
Traendo le somme, la sensazione che emerge da questo decreto è che si voglia far passare una norma che sana gli illeciti generati dalla detenzione di capitali all’estero senza che le casse dell’erario ne traggano alcun giovamento economico di rilievo, trasformando questo provvedimento in tal modo come slogan per il risanamento del Paese.
Tratto dal sito Agoravox Italia
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